venerdì 12 maggio 2017

Guardia costiera libica e barconi dei migranti. Una prima volta

Ieri una nave della Guardia costiera libica ha intercettato un barcone che avrebbe avuto a bordo circa 300-500 immigrati, diretto verso l'Europa, e lo avrebbe riportato indietro al porto di Tripoli. La notizia nelle prime ore è sottovalutata, nonostante potrebbe segnalare – il condizionale è d'obbligo, vista la situazione del paese nordafricano – un piccolo cambiamento di politica da parte delle autorità libiche. Qui, in lingua inglese, potete leggere il resoconto più dettagliato su quanto accaduto. Di seguito, invece, il seguito polemico di oggi riportato dall'Ansa.

La Marina libica ha denunciato che un'ong tedesca, la "Sea Watch", ostacolato un'operazione di salvataggio di migranti condotta dalla sua Guardia costiera al largo della Libia. La denuncia emerge da dichiarazioni rese dal portavoce della Marina libica, il generale Ayob Amr Ghasem. Un'imbarcazione della Ong ha cercato di impedire l'intervento di una motovedetta libica minacciando uno speronamento, si sostiene in un testo messo a disposizione dell'ANSA dal portavoce.

domenica 11 agosto 2013

In Italia, cosa succede agli immigrati dopo lo sbarco?

Due giorni fa un peschereccio con 104 immigrati a bordo si è fermato a poche decine di metri dalla spiaggia di Catania. Sei di loro sono affogati subito dopo essersi gettati dal naviglio. Una tragedia, non c'è che dire. Che però ha riaperto alcuni scampoli di informazione sul dossier immigrazione clandestina in Italia. In una serie di post che seguiranno, tenteremo una rassegna stampa ragionata su alcuni temi fondamentali, proprio a partire da questo tragico episodio.

 
Per esempio, chi si ricorda il centro di prima accoglienza di Lampedusa? E cosa succede, generalmente, dopo che gli immigrati sbarcano oggi in Italia? Sul Corriere della Sera, in un articolo di Felice Cavallaro, si legge tra l'altro:
Basta guardare il centro accoglienza dell'isola che esplode: mille migranti fra baracche con appena 250 brande, le recinzioni facilmente abbattute, pacifici cortei contro la prassi del rilascio delle impronte digitali. Tanti vengono imbarcati sul maleodorante e scassato traghetto dei turisti diretto a Porto Empedocle dove una tensostruttura accoglie i profughi. Ma senza sicurezza. E ieri ne sono fuggiti 180.

Invece, in un box su Repubblica, alcuni numeri e punti di riferimento geografici interessanti:
E' la nuova Lampedusa. Pozzallo, centro di 20mila abitanti nel Ragusano, sta diventando una polveriera. Dall'inizio dell'anno sono 2.348 i migranti approdati in questo lembo sud-orientale in Sicilia, 1.144 nel solo mese di luglio. Il centro di prima accoglienza scoppia: ha 180 posti, ospita 358 stranieri. "Vengono da Somalia, Eritrea, Egitto, Siria, Libia - dice Andrea Tassara, comandante della Capitaneria - e chiedono tutti asilo politico". Secondo il sindaco Luigi Ammatuna, i migranti vengono fatti approdare a Pozzallo per decisione del governo, che intende decongestionare Lampedusa evitando costosi ponti aerei. Ma a influire sono anche le nuove rotte dei migranti, sempre più spesso in partenza da Siria ed Egitto anziché dalla Libia.

sabato 10 agosto 2013

Trafficanti di esseri umani. In Francia e Spagna si arrestano

A Milano, qualche giorno fa, sono "piovute" tre ragazze cinesi da un balcone . Fuggivano, nude e ferite, da un appartamento di Via Mac Mahon, zona semicentrale al nord della metropoli lombarda. La notizia ha avuto un certo rilievo sui media italiani, poi però è già sfumata, proprio mentre invece si iniziano a scoprire le motivazioni del gesto: si trattava di estorsione da parte di una banda che operava tra Cina ed Europa.

Intanto tra Spagna e Francia, scrive sulla prima pagina del suo sito Web la CNN, sono stati arrestati 75 uomini di nazionalità cinese accusati di aver messo su un sistema spietato di traffico di esseri umani. Il costo del "viaggio" da Pechino all'Europa era di circa 50mila euro.

"Trafficanti di esseri umani", un'espressione che si sente poco - troppo poco - nel dibattito italiano. Politiche di immigrazione serie, invece, dovrebbero mettere questi criminali nel mirino. Seriamente.

(Torno a postare dopo tanto tempo, tantissimo. Vediamo se dura).

domenica 24 luglio 2011

Obama il deportatore

Chissà se qualcuno, in Italia, riprenderà (e magari commenterà) questi numeri sulla politica dell'immigrazione del presidente Democratico degli Stati Uniti, Barack Obama: "Circa 393mila persone sono state deportate (dagli Stati Uniti d'America, ndr) nell'anno fiscale che si è concluso il 30 settembre 2010, la metà delle quali ha commesso crimini, secondo una recente analisi della Associated Press. Il rapporto, che cita dati dello US Immigration and Customs Enforcement (ICE), afferma che 27.635 persone sono state deportate dopo aver ricevuto citazioni giudiziarie per guida in stato di ebbrezza, a fronte di 10.851 persone nell'ultimo anno completo sotto l'Amministrazione Bush". E ancora: "13.028 persone sono state deportate per violazioni meno gravi del codice della strada, ovvero tre voltre il numero (4.527) di quanti erano stati deportati due anni prima". (Fonte: Christian Science Monitor)

Siamo a circa 1.100 immigrati deportati al giorno dagli Stati Uniti, insomma
. Ma al di là di questi numeri, che non dovrebbero stupire troppo chi segue le vicende delle politiche dell'immigrazione americana al netto di tanta retorica fatta sul presidente Democratico, la domanda interessante è un'altra: non è che Obama, dietro questo volto di ferro, stia in realtà nascondendo un sostanziale appeasement nei confronti dei datori di lavoro di immigrati irregolari? Secondo i Repubblicani, infatti, mentre aumentano le deportazioni per infrazioni al codice della strada (!), sarebbero diminuiti i controlli sui posti di lavoro. Da verificare.

mercoledì 29 settembre 2010

Italia, RIP?

Su Immigration Talk ho dato conto di un interessante articolo apparso nelle scorse settimane sul Wall Street Journal a firma Giulio Meotti. Ora Neodemos torna su quell'articolo, correggendo alcuni dei dati citati dal quotidiano americano alla luce delle ultime rivelazioni Istat. Il contribuito, a firma di Marco Marsili, è sicuramente da leggere. Ecco lo stato dell'arte più aggiornato sulla situazione italiana: 
[…] Meotti scrive che il numero medio di figli per donna in Italia sarebbe oggi pari a 1,3. Secondo le ultime stime Istat, esso risulta invece pari a 1,41 (anno 2009). Una differenza non di poco conto se si considera, inoltre, che l'indicatore è in crescita rispetto ai livelli della metà degli anni '90.
Si sostiene che 35 anni fa, quindi nel 1975, la popolazione residente di età 0-4 anni risultava pari al 9%: secondo i dati Istat era invece pari all'8%.
Si sostiene che oggi (ma non si dice in che momento preciso) la medesima popolazione rappresenti il 4,2% del totale. Secondo i dati Istat la popolazione di 0-4 anni risulta pari al 4,7% al 1.1.2009.
Si sostiene che il calo di popolazione sia concentrato soprattutto nel Centro-nord, ossia nella parte più ricca e industrializzata del Paese. Sta già accadendo e, verosimilmente accadrà in futuro, esattamente il "contrario" di tale affermazione. Il Centro-nord, pur se oggi caratterizzato da un maggior invecchiamento della popolazione rispetto al Mezzogiorno, non è affatto in declino numerico. Va ricordato che l'Italia ha superato la soglia dei 60 milioni di residenti lo scorso anno, grazie soprattutto all'immigrazione e, pertanto, grazie proprio alle regioni centro-settentrionali. Ma di tutto ciò, soprattutto per quel che riguarda la trasformazione dell’Italia in Paese di accoglienza e dell’importante prospettiva dei cosiddetti “nuovi italiani", nell’articolo non viene fatta menzione. […]
Per chi volesse, c'è anche un "piccolo vademecum" su giornalismo e demografia.

Taccuino / 1

  1. Leggendo gli ultimi dati sull'immigrazione australiana, si scopre che i nuovi arrivati possono essere persino attori della politica monetaria di un Paese (The Age, "Immigration plunges without politics", 29 settembre)
  2. L'ex primo ministro australiano John Howard a tutto campo: sui caratteri salienti dell'"anglosfera", l'integrazione degli immigrati, e la differenza tra "multiracialism" e "multiculturalism" (The Australian, "Free world must hold firm on cultural identity in battle against terrorism", 29 settembre)

    martedì 14 settembre 2010

    Taccuino (numero zero)

    Appunti che resteranno, forse, dalla lettura dei giornali. 
    1. Domenica, per la prima volta, in Svezia potrebbe essere eletto in Parlamento il rappresentante di un partito che si batte apertamente per ridurre il flusso di immigrati all'ingresso del paese scandinavo. Parola dell'International Herald Tribune ("Anti-immigrant party rises in Sweden", 13 settembre 2010). 
    2. Cosa si intende per "Grande Migrazione"? Isabel Wilkerson, giornalista già vincitrice del premio Pulitzer, nel suo ultimo libro ricorda che "tra 1915 e 1918 cinquecentomila neri lasciarono il Sud degli Stati Uniti; 1,3 milioni tra 1920 e 1930. [...] Negli anni Settanta, dopo che la battaglia per i diritti civili abrogò le leggi Jim Crow e la Grande Migrazione si interruppe, sei milioni di persone avevano lasciato la propria casa". Recensione sul New Yorker ("The Uprooted", 6 settembre 2010).
    3. 2010, fuga dalla Grecia (International Herald Tribune, "Young Greeks seek options elsewhere", 14 settembre 2010).